La noia, spesso vista come un sentimento da evitare a tutti i costi, potrebbe essere uno degli ingredienti chiave per il benessere dei bambini. In un’epoca in cui stimoli, giochi e attività sono sempre pronti a soddisfare ogni esigenza, si è spesso portati a credere che per crescere felici e sereni sia necessario riempire ogni minuto di vita. Tuttavia, l’idea che i bambini debbano essere continuamente impegnati potrebbe non essere del tutto corretta. Se pensiamo alla felicità infantile, un po’ di noia potrebbe rappresentare non solo una necessità, ma una vera e propria opportunità per lo sviluppo emotivo e intellettivo.
La noia: nemica o alleata?
I bambini hanno bisogno di tempo per stare con se stessi, senza essere costantemente stimolati. Secondo una serie di studi, il tempo in cui un bambino non ha niente da fare, lontano da attività strutturate e giochi digitali, può favorire l’immaginazione, la creatività e l’autonomia.
Se un bambino è annoiato, significa che ha bisogno di tempo per esplorare e riflettere – afferma Linda Caldwell che studia la noia da decenni. La noia dà la possibilità di sviluppare capacità di problem solving e l’inventiva. Una funzione importante della noia è che ti permette di imparare quali tipi di cose ti piacciono e quali tipi di cose non ti piacciono.
Inoltre, la noia è un’opportunità per i bambini di imparare a gestire le proprie emozioni e la frustrazione, competenze fondamentali per un benessere psicologico duraturo. La capacità di essere felici anche quando non c’è stimolo esterno è un segno di un buon equilibrio emotivo. È proprio in questi momenti che i bambini possono scoprire nuovi interessi o trovare soluzioni ai propri problemi in modo autonomo.
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Lo spazio per l’immaginazione
Quando i bambini non sono invasi da stimoli continui, sono liberi di creare mondi immaginari, storie e situazioni che possono regalar loro momenti di felicità profonda. La noia incoraggia la creatività, spingendo i bambini a inventare giochi, storie, disegni e perfino strategie per affrontare l’assenza di stimoli. Questo tipo di attività non solo aiuta lo sviluppo cognitivo, ma favorisce anche la crescita dell’autostima, poiché il bambino si sente in grado di creare e decidere cosa fare.
Perché i bambini non sanno più annoiarsi?
Caldwell ha osservato un reale cambiamento culturale nelle opportunità dei bambini di modellare le proprie esperienze negli ultimi decenni. Nelle società tradizionali sempre più bambini crescono in asili nido, passano sempre più tempo a chiedere agli adulti di modellare il loro tempo.
Basti pensare a com’è scandito il loro tempo: l’ora delle storie, l’ora del pisolino, il tempo di esercizio, il tempo di colorare, il tempo di musica etc… La giornata è divisa in blocchi di tempo pensati per massimizzare il coinvolgimento e ridurre la noia.
I bambini in età scolare partecipano tutto il giorno al tempo strutturato degli adulti. Poiché la maggior parte dei genitori ora lavora, i bambini spesso partecipano a programmi doposcuola che strutturano anche le loro attività.
Quando finalmente lasciamo che si prendano cura di se stessi dopo la scuola, c’è da meravigliarsi che non abbiano le competenze necessarie per trovare attività che amano davvero? O che si dedicano allo scrolling, ai videogiochi o ad altre attività che hanno un maggiore potenziale dannoso? O che non sanno davvero cosa gli piace da soli?
Il rischio della sovrastimolazione
La società moderna, con i suoi schermi, la pubblicità e la pressione a fare sempre di più, rischia di far perdere ai bambini la possibilità di vivere momenti di tranquillità e riflessione. Un continuo bombardamento di stimoli può anche portare a una forma di “sovrastimolazione”, che può ridurre la capacità di concentrazione e di svago autonomo. In questo contesto, permettere ai bambini di annoiarsi, di fronte a una “pausa” da attività o giochi organizzati, potrebbe essere un antidoto per contrastare l’ansia e l’affaticamento mentale.
La noia come strumento educativo
Non dobbiamo dimenticare che la noia, se ben gestita, può essere anche uno strumento educativo potente. In molti sistemi educativi alternativi, come la pedagogia montessoriana o la filosofia dell’educazione all’aria aperta, viene data molta importanza alla libertà di esplorazione. Questi approcci sostengono che lasciare i bambini liberi di annoiarsi, senza essere continuamente sorvegliati o stimolati, li aiuti a diventare più resilienti, creativi e indipendenti.
Il punto di equilibrio
Non bisogna cadere nell’errore di pensare che i bambini debbano sempre essere lasciati a se stessi o che la noia debba essere l’unica opzione. Ovviamente, le attività educative e il gioco sono essenziali per lo sviluppo, ma è altrettanto importante lasciare degli spazi per la riflessione, la quiete e l’esplorazione personale.
La felicità dei bambini non si trova solo nei momenti di massimo divertimento, ma anche nella loro capacità di vivere serenamente il “vuoto”, senza sentirsi costretti a riempirlo immediatamente. L’equilibrio tra attività stimolanti e momenti di noia è la chiave per una crescita sana e felice.
In un mondo in cui l’intrattenimento e la pressione esterna sono sempre più onnipresenti, insegnare ai bambini che la noia può essere un’opportunità e non un nemico potrebbe non solo favorire una crescita emotiva più sana, ma anche aiutarli a sviluppare la capacità di essere felici senza la continua ricerca di stimoli esterni.
In definitiva, un po’ di noia può essere la chiave di una felicità duratura, che permette ai bambini di scoprire se stessi e di crescere in modo equilibrato.
Per questo, hanno concluso gli studiosi, l’equilibrio tra noia e opportunità è un’ottima area in cui i genitori possono concentrare il loro ardente desiderio di aiutare i bambini a crescere.
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Fonte: Psychology Today
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